Le rappresentazioni dei tarocchi
Predire o farsi predire il futuro con le carte dei tarocchi ha spesso affascinato l’essere umano, sapere cosa accadrà in futuro per alcuni è una tentazione, per qualcun altro solo una sciocchezza.
Per gli artisti invece le ventidue carte degli arcani maggiori e le cinquantasei degli arcani minori hanno rappresentato un soggetto per la creazione artistica, si tratta di un soggetto che apparentemente pone vincoli all’ artista, perché ogni carta è diversa, gli arcani devono avere attributi ben riconoscibili e sono costretti nello spazio verticale, stretto e senza profondità della carta da gioco.
Molti artisti vi si sono dedicati nel passato. Uno dei più famosi mazzi di carte realizzato nel Novecento è quello di Salvador Dalì , ma probabilmente la più originale rappresentazione dei tarocchi è il giardino con le sculture dei Tarocchi realizzato dall’artista franco-americana Niki de Saint Phalle, assieme ad altri artisti come Jean Tinguely, che la sostenne anche economicamente, a Capalbio. L’ artista fu coadiuvata da un nutrito gruppo di artigiani e assistenti, vari furono i materiali usati (cemento, pietre e metallo per le armature delle sculture)e per i mosaici fu scelto il vetro di Murano. Qui gli arcani sono enormi sculture colorate e rotonde. L’ artista amava le forme rotonde, – perché il mondo è rotondo-, affermava.
The Tarot of Marseille- Victor Brauner
Leonora Carrington, i surrealisti e i tarocchi
Nel 2017 durante la preparazione della mostra che il Museo di Arte Moderna del Messico dedicò a Leonora Carrington, venne rinvenuto un mazzo di tarocchi realizzato dall’artista britannica in Messico.
Parte delle opere rinvenute furono poi esposte alla mostra Magical Tale dedicata all’artista. ( qui trovate il link all’articolo), ne nacque un libro con vari contributi critici.
L’argomento della divinazione e delle sue rappresentazioni da parte degli artisti surrealisti era uno dei filoni anche della mostra che si è tenuta nel 2022 al Museo Peggy Guggenheim di Venezia, dedicata al tema del surrealismo e le rappresentazioni magiche.
Le Jeu de Marseille
Nel 1941 un gruppo di artisti surrealisti in fuga dal nazismo a Marsiglia, in attesa di poter scappare dall’Europa creò un mazzo di carte. Alcuni di questi tarocchi sono stati esposti alla mostra organizzata dal museo Peggy Guggenheim, la mostra riprendeva in parte alcuni temi di una delle sezioni storiche ( La culla della strega) della Biennale di Venezia del 2022 curata da Cecilia Alemani (La Biennale di Venezia 2022 – The milk of dreams-e-max-ernst).
I tarocchi di Pino Settanni
Le Stanze della fotografia hanno recentemente inaugurato la nuova mostra dedicata al fotoreporter italiano Paolo Pellegrin dal titolo L’orizzonte degli eventi. Le foto, prevalentemente in bianco e nero, sono tratte dai suoi viaggi, e reportage di guerra o realizzate durante eventi catastrofici.
La seconda sezione della mostra che si tiene a San Giorgio Maggiore è invece dedicata al fotografo Pino Settanni e alla sue foto del progetto dedicato ai tarocchi.
Conosciuto per le sue suggestive foto di artisti e uomini di spettacolo avvolti nelle sciarpe rosse, il fotografo pugliese realizzò, a partire dal 1994, le sue mise en scène di modelle e modelli per rappresentare i suoi coloratissimi tarocchi.
Nel 2015 l’Archivio Luce ha acquisito dalla moglie l’archivio Pino Settanni, costituito da circa 60.000 fotografie, si è trattato del primo archivio privato di un fotografo acquisito dall’ente pubblico che fa capo a Cinecittà.
L’Archivio Luce conserva vari materiali, curandone il restauro, ma anche la valorizzazione.Trattandosi di materiale deperibile i negativi vengono prima digitalizzati e poi archiviati.
Le ultime arti visive nate prima dell’era digitale, e sviluppatesi a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, sono paradossalmente le più effimere per via dei supporti fragilissimi, le pellicole e i negativi.
Pino Settanni scelse di utilizzare dei colori giocati su totalità monocrome per gli arcani minori e sbizzarrirsi con i colori per quelli maggiori, quasi tutti furono messi in scena con attrici, anche laddove l’arcano era tradizionalmente un soggetto maschile e vi si trova un solo attore .
Alcune foto sono quelle dello backstage, sono inoltre esposi dei bozzetti disegnati dal fotografo stesso.
Se desiderate saperne di più e scoprire l’arte e la fotografia a Venezia contattatemi.