La 60ma Biennale di Venezia, eventi collaterali – 1

Gli eventi collaterali della Biennale di Venezia di quest’anno sono di alta qualità, quelli ufficiali della Biennale sono una trentina, cui si aggiungono esposizioni monografiche o eventi dedicati a più artisti o a varie tematiche. Passeggiare a Venezia può essere un’esperienza piacevole e una scoperta continua in questi giorni. Ho raccolto alcuni di questi eventi meno pubblicizzati e meno conosciuti rispetto a quelli delle grandi fondazioni internazionali che hanno sede a Venezia (Prada, Berggruen, Fondazione Pinault, Peggy Guggenheim)  o che trovandosi in posizioni più defilate rischiano di avere meno visibilità.

Ecco la prima parte di questa piccola selezione di eventi che potete visitare  gratuitamente in città divisi per sestiere:

Sestiere di Cannaregio 

Lee Bae, La maison de la lune brulé (20.4-24.11.2024)

Curato da Valentina Buzzi, ospitato nei luminosissimi spazi della Fondazione Wilmotte a Cannaregio e organizzato con la Fondazione Hansol/ Museum SAN La maison de la lune brulé è un suggestivo viaggio attraverso un percorso spirituale di rinnovamento e di contatto tra la città di Cheong do in Korea del sud e Venezia, tra la tradizione e il presente.

L’installazione dell’artista sud coreano Lee Bae è composta dal video Burning (2024), che mostra l’evento in cui l’artista ha raccolto e bruciato messaggi da tutto il mondo contenenti auguri per il nuovo anno, trascritti su carta hanji.  All’interno della sala espositiva, i visitatori incontrano diverse installazioni chiamate Brushstroke, dipinte con vernice a carboncino ricavati dalla combustione del legno del Monnhouse Burning e Meok, la scultura in granito nero dello Zimbabwe, punto focale per l’invito alla meditazione.Moon (2024) è invece il titolo della struttura interna che conduce al canale. Avvolto nella carta attraverso la tecnica del marouflage e illuminato da un soffitto in pannelli di vetro giallo, il percorso simboleggia il rinnovamento e la connessione, affinché il pubblico possa sentire e contemplare non solo la laguna veneziana, ma anche la luce della luna che lo riconnette con l’atmosfera di Cheong-do durante il rito del rogo in onore della luna.

Sestiere di Dorsoduro:

Beyond Emerging Artists in Venice

(16.04 – 15.05.2024) – Galleria Marignana 

La mostra dei giovani artisti emergenti degli Emirati Arabi Uniti è durata solo un mese, ma ha dato l’opportunità di vedere le opere dei giovani e originale artisti arabi Almaha Jaralla, Latifa Saeed e Samo Shalaby. Qui trovate una selezione delle opere degli artisti che hanno esposto per chi non è riuscito a vederla.

Veronica Vasquez

In ordine redigere – Galleria Marignana

(25.5 – 27-7. 2024)

L’arte di ricomporre memorie è la nuova mostra di Maurizio Pellegrini e Veronica Vázquez. 

I due artisti sono differenti per tecnica e stile, ma si rapportano, però con i materiali che lavorano, creando dei legami diversi. Mentre Veronica Vázquez trova materiali abbandonati e li recupera, dandogli una nuova vita e possibilità. Maurizio Pellegrin mantiene invece l’oggetto nella sua interezza, ma crea legami e interpretazioni nuove. I guanti, cappelli, suppellettili, gli oggetti diversi che l’artista veneziano trova vengono ricomposti con alcuni simili e con altri apparentemente senza relazioni in termini di stile, materiale e misura.

Any war, any enemy, Lena Herzong,

Spazio CFZ , biblioteca Università, Zattere (17 aprile – 25 agosto 2024)

La fotografa e artista visuale Lena Herzog espone un’altro dei suoi capitoli visivi a Cà Foscari, a cura di Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, che si occupano da anni delle esposizioni di arte contemporanea organizzate dall’ateneo e sono stati entrambi miei professori all’università. Any War Any Enemy non è una mostra ottimista, al contrario è dedicata ad un possibile futuro apocalittico. Lo spazio ospita dei murales che ingigantiscono alcune foto e dieci incisioni a mezza tinta, realizzate secondo un’antica tecnica appresa da lena Herzog nella bottega di Tintoretto a Venezia, che ha sede nella casa che fu proprio la casa-bottega di Jacopo Tintoretto e dei suoi figli.  I soggetti delle incisioni nascono dalle migliaia di scatti fatti dall’autore agli  amici, vicini di casa e ad oggetti. Queste immagini hanno costituito il database da cui l’artista e il suo team hanno creato sculture digitali tridimensionali utilizzando tecniche di modellazione 3D. Alcune di queste immagini, sono state trasposte artigianalmente su lastre di rame e, successivamente, stampate a mano.

L’interesse aggiunto dell’esposizione sta proprio nell’utilizzo di questa tecnica poco comune oggigiorno e nell’abbinamento a tecniche contemporanee, come la manipolazione digitale delle fotografie.

Sestiere di San Marco 

Invisible questions that fill the air, James Lee Byers and Seung-Taek Lee

Palazzo Loredan (17 aprile -25 agosto 2024), curata da Allegra Pesenti

James Lee Byers e Seung-Tank apparentemente non si incontrarono  mai, ma la loro poetica può essere accostata, sia per l’uso dei materiali che per la loro tendenza alla purezza della forma. In entrambi gli artisti si trova comunemente  l’uso dell’oro, la curiosità per il passato e un approccio critico riguardandante il presente. 

Il titolo della mostra si riferisce alle parole del critico Dave Hickey  che, parlando dell’opera di Byars, osservava che l’implicazione ultima del suo lavoro era che il vedere non era mai abbastanza e che quindi si dovessero ascoltare, ad esempio, “le domande invisibili che riempiono l’aria”.  

La bellezza del palazzo Loredan, la casa dei nipoti del Doge Leonardo e poi casa del Doge Francesco, con i suoi arredi, affreschi, stucchi e la biblioteca è letteralmente un’opera d’arte che ospita le opere.  

Ho studiato il palazzo nel 2023, se avete la curiosità di leggere i contributi da me apportati alla storia del Palazzo e dello splendido soffitto dipinto da Antonio Aliense, li trovate nell’ultimo libro dedicato al Doge Leonardo Loredan dell’Istituto Veneto di Lettere, Scienze e Arti. ( qui c’è il link al convegno).

Sestiere di Castello

Catalonia in Venice – Bestiari di Carlos Casa, Istituto Lamon Llul, Barcellona

(20 aprile/25 novembre 2024)

Un uomo viene processato da un gruppo di animali ne La disputa dell’asino, un testo medioevale in lingua catalana. L’opera è il pretesto per parlare della natura, tramite un’installazione video dedicata ai luoghi naturali in Catalogna e sonora con i versi emessi dagli animali che in questi ambienti naturali vivono.

L’umano, Fra Anselm ingaggia un lungo dibattito con un asino su varie questioni che riguardano l’architettura, la scienza, l’organizzazione sociale e politica, l’abilità viso-spaziale delle creature umane, la biologia e la fisiognomica. La disputa si svolge attraverso varie argomentazioni, nel corso delle quali l’asino mette in discussione e confuta la superiorità degli umani. Gli umani vinceranno la disputa, solo perchè Dio volle incarnarsi negli uomini e non negli animali.
La mostra riecheggia un pò la tematica della voce dei ‘non umani’ che abbiamo visto e udito  nell’installazione alla Biennale di architettura del 2021, Future AssemblyHow will we live togheter, curata da Hashim Sarkis, che è stata tra le più intelligenti e coerenti Biennali viste a Venezia in questi ultimi anni, ma la tematica è antica e sempre attuale. Che diritto abbiamo noi umani di decidere per gli animali e per l’ambiente? 

Nel padiglione centrale della Biennale del 2021 un’assemblea di organismi viventi, non viventi  e non umani (funghi, alghe, acque etc) venivano presentati come aventi tutti pari diritti nella loro esistenza e conservazione in quanto parte della natura. I cinquanta stakeholders di Hashim Sarkis si radunavano nel terreno comune della mappa mondiale della Future Assembly.

Essa ci ricordava come queste creature, viventi o no, fossero degne di rispetto da parte degli umani, che il mondo non è solo di noi uomini, ma che appartiene anche a tutte le specie che lo abitano, lo hanno abitato e lo abiteranno anche dopo di noi e anche senza di noi. 

Fiorella Pagotto

Se desiderata scoprire la Biennale di Venezia o gli eventi collaterali con me, contattatemi.

.www.veniceartguide.it

Venezia, giugno 2024

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Samo Shalaby