Arte e adattamento climatico: Venezia come laboratorio del domani

Ospedaletto, Fabrica a Venezia

Venezia tra Acqua Alta, Arte e Futuro: dal MOSE alla Biennale

Venezia è una città unica, sospesa tra acqua e terra, cultura e natura, è perfino banale scriverlo ancora. La città si trova, però, oggi, al centro di una sfida complessa: affrontare l’innalzamento del livello del mare e la pressione ambientale, senza perdere la propria identità. In questo contesto, si intrecciano strategie ingegneristiche come il MOSE, riflessioni architettoniche promosse dalla Biennale in questi ultimi anni e, sopratutto all’interno della Biennale Intelligens, artificiali, naturals, collettive, curata da Carlo Ratti, e sperimentazioni artistiche innovative come quelle proposte da altri eventi collaterali svoltisi negli anni scorsi in città.


Il MOSE: barriera temporanea in un equilibrio instabile

Il MOSE (Modulo Sperimentale Elettromeccanico), attivo dal 2020, è il principale sistema di difesa contro l’acqua alta. Composto da 78 paratoie mobili collocate alle tre bocche di porto che collegano la laguna veneziana al mare Adriatico, il MOSE è progettato per sollevarsi in caso di maree eccezionali, proteggendo temporaneamente la città dall’allagamento.

In diverse occasioni ha evitato danni importanti. Tuttavia, recenti studi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) avvertono che, entro il 2050, l’innalzamento del livello del mare potrebbe superare la soglia di progettazione del sistema. Inoltre, il fenomeno della subsidenza — l’abbassamento naturale del suolo lagunare — complica ulteriormente lo scenario. Questo rende chiaro che il MOSE non può rappresentare una soluzione definitiva, ma solo un tassello di una strategia di adattamento climatico più ampia, integrata e flessibile.

Canal caffè, Biennale 2025

La Biennale di Architettura: visioni per un futuro condiviso

In parallelo al dibattito tecnico sul cambiamento climatico e le infrastrutture come il MOSE, il mondo dell’arte e dell’architettura offre una prospettiva culturale e critica sulle sfide del nostro tempo.

La 19ª Biennale di Architettura di Venezia, in corso nel 2025 e curata da Carlo Ratti, architetto, ingegnere e docente al MIT, si concentra sul rapporto tra ambiente costruito e natura, esplorando il ruolo della tecnologia, dei dati e dell’intelligenza artificiale nella progettazione degli spazi urbani del futuro. Ratti propone un’architettura interattiva, ecologica e adattiva, che guarda alla città come a un organismo in continua trasformazione, capace di dialogare con il clima e i bisogni delle comunità.

Temi di sostenibilità e giustizia ambientale erano già stati affrontati nella 18ª edizione del 2023The Laboratory of the Future, curata da Lesley Lokko. In quella Biennale, grande attenzione era stata dedicata alla decolonizzazione del pensiero architettonico e al ruolo dell’Africa come spazio di sperimentazione culturale e ambientale. Lokko ha introdotto per la prima volta un padiglione dedicato alla diaspora africana, sottolineando come l’architettura possa essere strumento di riscatto, inclusione e trasformazione sociale.

Ancora prima, nel 2021, la Biennale curata da Hashim Sarkis con il titolo How Will We Live Together? si interrogava sulle forme di coesistenza tra esseri umani, ambiente e tecnologia, proponendo soluzioni architettoniche inclusive, condivise e resilienti. L’edizione puntava sull’architettura come spazio di mediazione tra conflitti globali, sfide climatiche e crisi abitative.

Ciascuna di queste edizioni, con approcci differenti, ha contribuito a ridefinire il ruolo dell’architetto contemporaneo: non più semplice costruttore, ma mediatore culturale, ambientale e sociale. E in una città fragile come Venezia, queste riflessioni diventano ancora più urgenti e necessarie.

Biennale 2021

Venezia come laboratorio vivente

In un momento in cui la città è sempre più esposta all’impatto del turismo di massa e agli effetti del cambiamento climatico, queste iniziative mostrano la possibilità di un cambiamento di paradigma: Venezia non deve più essere soltanto un ambiente da proteggere o sfruttare, ma può diventare un laboratorio vivente per il futuro.

Vorremmo che Venezia continuasse a esistere come città viva, sostenibile e resiliente, ma questo sarà possibile solo integrando competenze diverse — ingegneria, arte, architettura, scienza chitettura, scienza — e valorizzando la specificità dell’ambiente lagunare, oltre all’imprescindibile necessità di promuovere la residenza dei cittadini a Venezia.

www.veniceartguide.it

Venezia, luglio 2025