Biennale danza – The body as a document of today

Tributo a Ismael Ivo

Il 9 aprile del 2021 all’età di 66 anni è scomparso a causa del covid il danzatore e coreografo brasiliano Ismael Ivo.

Ismael Ivo era stato dal 2005 al 2010 direttore del settore Danza della Biennale di Venezia.

Nato da una umile famiglia brasiliana, Ismael Ivo si era imposto come danzatore dapprima nella nativa San Paolo, poi in America e Europa, fondando nel 1984 il Festival di danza contemporanea ImPulsTanz a Vienna, uno dei più importanti in Europa.

Nel 1996-97 era stato direttore del Deutsches Nationaltheater di Weimar e aveva lavorato con Pina Bausch, William Forsythe e la performer Marina Abramović. A Venezia era stato l’anima del progetto di studio e ricerca coreografica  Choreographic Collision.

Il coreografo aveva cercato di fondare e sostenere un processo di formazione permanente in Italia per la coreografia e la danza contemporanea, in dialogo stretto con le realtà europee di maggior rilievo.

La sua fisicità  imponente e statuaria, si era imposta all’attenzione del pubblico dopo le famose foto realizzate da Mapplethorne nel 1984, il suo sorriso era trascinante.

La Biennale gli dedica un tributo con una mostra a Cà Giustinian, sede della Biennale, curata dall’attuale Direttore del settore Danza della Biennale Wayne McGregor  utilizzando  documenti, foto e video dall’Archivio Storico della Biennale di Venezia. Il titolo vuole ricordare come Ismael Ivo parlasse del corpo come di un ‘documento’ dell’oggi e le molte fotografie documentano corpi, costumi, nazioni con grande intensità.

Tribute to Ismael Ivo – una mostra a metà

Inaugurata il 22 luglio nel portico del Palazzo Giustinian, sul canal Grande l’esposizione è dedicata agli anni di direzione della Biennale Danza di Ismael Ivo.                     

  Lo spazio utilizzato è quello che tradizionalmente è riservato alle mostre sulla storia della Biennale.

Disposta su quattro pannelli gialli, l’esposizione presenta fotografie e video degli spettacoli che si tennero negli anni in cui la Biennale Danza fu diretta da Ismael Ivo.

The body as a document of today

Solo una parte del percorso è però visitabile. Purtroppo chi ha curato la mostra non ha tenuto conto del fatto che dividere lo spazio in due, significava che l’accesso del pubblico sarebbe stato limitato alla sola parte di pertinenza del ristorante che si trova al pian terreno di palazzo Giustinian, il che corrisponde a metà della mostra. Sicuramente in tempi di pandemia non è semplice gestire gli spazi, ma spiace vedere la mostra a metà.

In pratica si possono vedere solo due dei quattro pannelli espositivi oppure recarsi all’ottimo bar con vista strepisosa sul bacino di San Marco a bere qualcosa.

L’altra parte della mostra, la possono vedere solo i dipendenti della Biennale, a causa della difficoltà, mi è stato spiegato, di dividere l’accesso del pubblico dall’accesso dei dipendenti delle Biennale.

Durante la mia visita c’ero solo, nessun dipendente e nessun altro visitatore, mi ha tenuto compagnia il nastro rosso che divide in due l’androne vuoto.

La parte visibile della mostra con le foto delle Biennale danza è però di qualità e suggestione, come mostrano le foto scattate durante la visita, accompagnate da video degli anni 2005- 2010.

I corpi dei ballerini si contorcono, uniscono per poi dividersi e spiccare il volo.

L’ingresso è libero, bisogna percorrere la calle Ridotto fino alla fine ed entrare dal lato sul Canal Grande.

Se avete voglia di visitare le esposizioni legate alla Biennale di Venezia con me, contattatemi per un preventivo.

Qui trovate il link di riferimento sul sito della Biennale.

Fiorella Pagotto

www.veniceartguide.it

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