Insolite visioni fotografiche di Venezia e Hypervenezia

Le immagini di Venezia a Palazzo Grassi

Dopo un breve restauro Palazzo Grassi ha riaperto all’inizio di settembre del 2021 con una mostra di fotografia, Hypervenezia che sarà visitabile, ancora per pochi giorni, fino al 9 gennaio 2022.

L’esposizione Hypervenezia fa parte di un ampio progetto che Mario Peliti, gallerista e fotografo, porta avanti dal 2006 di ‘mappatura’ della città attraverso fotografie in bianco e nero. Il progetto The Venice Urban Photo Project consta attualmente di 20.000 foto che sono destinate ad aumentare visto che il progetto verrà portato avanti fino al 2030 con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Comune di Venezia (dopo gli accorpamenti le Soprintendenze si chiamano così).

Venezia surreale

Le fotografie sono in bianco e nero, prive di presenza di vita e scattate in condizioni di luce simili, la sera o la mattina presto. Eppure chi conosce Venezia si rende conto che alcune sono state scattate qualche anno fa, le vetrine dei negozi, che a Venezia cambiano continuamente, tradiscono il passare del tempo. Hypervenezia non è un mostra facile da visitare per chi ha vissuto il confinamento in città, perché tornano alla mente le visioni surreali di Venezia vuota, calli, ponti, fondamenta, quando quasi ogni luogo era chiuso e inaccessibile.

E’ una mostra un po’ anomala per Palazzo Grassi, occupa solo un piano e dura pochi mesi, l’allestimento è volutamente neutro e ovattato, la musica acuisce la sensazione di straniamento che ci coglie durante la visita.

Curata da Mathieu Humery e accompagnata dalla musica di Nicolas Godin, Hypervenezia accompagna il viaggiatore attraverso una Venezia irreale, silenziosa, lungo tutto il tragitto che si svolge nel primo piano di Palazzo Grassi, quasi un monito per ricordarci che ogni anno Venezia perde molti abitanti.

Jacopo de’ Barbari e Venezia

La mostra dichiara la sua ispirazione alla Mappa di Venezia a volo d’uccello realizzata da Jacopo De Barbari. Si tratta della più  famosa  xilografia cinquecentesca di Venezia  che esiste in pochi esemplari, ripartita su sei fogli per necessità tecniche di stampa viste le grandi dimensioni.

La stampa con la pianta di Venezia a volo di uccello incisa da Jacopo de’ Barberi è un utile, singolare e bello strumento a disposizione per avere una testimonianza della città nel 1500, la data e il luogo dichiarati sono infatti: Venetia XCV.

Jacopo De Barbari fu un artista veneto che frequentava il mondo artistico nordico e realizzò l’opera per il mercante tedesco Anton Kolb. Le preziose matrici in legno di pero sono conservate e normalmente esposte al Museo Correr di Venezia. Il Museo Correr conserva anche tre esemplari del primo stato, altri nove esemplari sono conservati in vari musei europei e uno americano, le tirature del secondo e terzo stato preservate sono altre undici copie conservate in vari musei nel mondo.

Le curiosità della mappa di Jacopo de’ Barbari: diamo i numeri

Oltre al Mercurio, i venti con le guance paffute che soffiano nelle varie direzioni e la visione di una città molto diversa da oggi, la mappa presenta vari dettagli architettonici, alcuni studiosi hanno contato minuziosamente i particolari presenti nella mappa.

Nella mappa sono rappresentate: 114 chiese, 47 conventi, 103 campanili, 127 altane e 220 abbaini.

Al contrario del progetto di Mario Peliti nella mappa di Jacopo de’ Barberi c’è una grande presenza di vita, marinai lungo il Canal Grande e in altri canali, percorsi da gondole con gondolieri, barche e navi e sono presenti distorsioni visive che furono forse volute.

Forse oggi Jacopo de’ Barbari avrebbe usato la macchina fotografica, o forse un drone per mostrarci una visione urbana di Venezia.

Avete ancora pochi giorni per visitare Palazzo Grassi, se invece siete curiosi di scoprire le vedute antiche di Venezia sono vari gli itinerari cittadini che si possoni percorrere e che vi posso proporre a Venezia.

Usciti dalla mostra si ritorna alla Venezia a colori e piena di vita consci ancora di più che la mappa non è il territorio, ci può dare un’immagine del luogo, ma non sostituisce l’esperienza dal vivo.

Fiorella Pagotto

www.veniceartguide.it