Delle spezie e dei profumi: dialogo con Massimo Vidal

Nella bottega del muschiere

L’inventario dei beni dell’antica  bottega di un muschiere, (profumiere) veneziano lascia senza fiato, stupisce l’elenco di spezie, erbe e piante dai nomi misteriosi, talvolta oscuri e persino  minacciosi che suggeriscono luoghi lontani, remoti. Molto spesso si trattava di comuni erbe, usate per rimedi naturali curativi o per abbellirsi, oppure potevano essere elementi di animali selvatici, dall’intenso profumo. L’incaricato dell’Ufficio che redigeva l’elenco dei beni doveva passare in rassegna i vasi, aprirli ed elencarne dettagliatamente il contenuto, trovandosi davanti ad un mondo misterioso e aromatico che non ci è facile immaginare.

Venezia era la città delle spezie e delle merci preziose e odorose che provenivano dall’India, Turchia e Siria, era la città del sapone profumato e costoso e dei profumieri, un luogo, il luogo dove era possibile trovare tutto, soprattutto le merci di lusso. Il sapone veneziano gradevole e profumato, così diverso da quelli nordeuropei notoriamente scadenti, era pertanto considerato una merce di alto livello.

Dai saponi al cavallo Vidal

Forse questa fu la ragione che portò Angelo Vidal, nel 1900 a fondare l’impresa di famiglia dedita alla produzione di liscive e saponi a Venezia, nel Palazzo di San Stae. L’attività si inseriva a pieno titolo nella tradizione delle botteghe artigianali veneziane. 

Confesso che dialogare con Massimo Vidal, ora presidente di Mavive, è un piacere per la sua grande gentilezza e perché mi riporta a quei momenti d’infanzia in cui la sera si aspettava il Carosello prima di andare a letto.

Infatti la mia prima domanda riguarda il rapporto dei membri della famiglia rispetto a quella pubblicità.        Se nell’immaginario collettivo quel cavallo selvaggio rimandava alla libertà, alla suggestione di spazi sconfinati, all’invito a esplorare nuovi orizzonti, Massimo Vidal afferma invece che lui e la sua famiglia si sentivano persone semplici, lontani da quell’immagine stereotipata che tanto colpiva le fantasie degli italiani. La pubblicità del cavallo bianco attraversò tutti gli anni Settanta.

Negli anni Ottanta i fratelli Vidal vendettero il marchio e, nel 1986, Massimo fondò Mavive, azienda  che si occupa di brand di livello medio-alto nel campo della profumeria alcolica, proprietaria di marchi come Ermanno Scervino, Police, Furla , Pino Silvestre, che è stato riacquistato dalla famiglia, oltre a nuove creazioni di  nicchia come il marchio The merchant of Venice, creato da Marco Vidal. Attualmente è affiancato dai figli Marco e Lorenzo nella conduzione dell’impresa di famiglia, che dunque continua nel solco di una lunga e gratificante tradizione.

Il museo del profumo

Perché un museo del profumo? La domanda può sembrare ovvia, ma Massimo Vidal mi spiega che a Venezia non esisteva in proposito un’istituzione specifica, per cui la sua famiglia propose nel 2013 a Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici, una collaborazione innovante. La quale  collaborazione si tradusse nella sponsorizzazione volta al restauro del Museo del costume di Palazzo Mocenigo a S. Stae, con  la creazione di una nuova sezione dedicata al profumo. Il costo dell’operazione fu di 600.000 euro e l’allestimento di questa sezione fu appoggiata alla comprovata esperienza dello scenografo, e direttore teatrale, Pierluigi Pizzi.

Il museo del profumo si trova all’interno di palazzo Mocenigo, museo del costume. Si tratta di cinque stanze, che trovano il loro fulcro nella ricostruzione del laboratorio di un profumiere con i suoi alambicchi, contenitori profumati di sostanze naturali e animali, accattivanti ed evocative.

Speriamo che a breve sia possibile tornare a godere da vicino gli aromi delle spezie poste nei contenitori, alzate e piatti provenienti dal museo del vetro di Murano, unendo concretamente due nobili antiche tradizioni veneziane: quella del vetro e quella delle spezie.

I Vidal

 Giovanni Dolcetti nel suo Libro d’argento delle famiglie venete ci indica che i Vidal erano cittadini originari veneziani e che esistevano vari rami stabilitisi in Dalmazia, Francia e Spagna. Già nel tredicesimo secolo abbiamo notizia di un Vidal diacono a San Raffaele e, nel 1609 Vidal Vitali ottenne il privilegio di fabbricare mezzi panni o sagie. Ho incontrato varie volte il nome Vidal nelle mie ricerche storiche, e a Venezia il nobilomoVidaldi Giacinto Gallina è ancora sentito come l’erede del messaggio, intimo e cordiale, del “nostro” Goldoni che ci sorride a S. Bortolomio.

L’antica farmacia e la casa dell’architetto

Mi ha sempre colpito la grande bellezza di due dei punti vendita di The Merchant of Venice: la farmacia all’Ercole d’Oro e il palazzo a San Fantin. La farmacia all’Ercole d’Oro, a Santa Fosca, è una delle poche antiche botteghe veneziane rimaste come un tempo, di cui conserva la  mobilia barocca e i vasi di ceramica di Bassano.  Il negozio di San Fantin occupa invece il pian terreno di una ottocentesca casa- palazzo costruita da Giambattista Meduna, il controverso, ma abile  proto e architetto della basilica di San Marco, accanto al Teatro La Fenice.

Ho chiesto a Massimo Vidal perchè avesse investito tante risorse nel nuovo negozio di San Vio proprio nel 2020, l’anno più drammatico del periodo segnato dalla crisi economica causata dal Covid. Il negozio-atelier ospita profumi, ma anche artigiani veneziani e opere d’arte ed è stato aperto, assieme  al principe Giovanni Alliata di Montereale, a pochi passi dalla Galleria Cini.

La risposta – me la ricordo bene –  è stata che proprio nei momenti di crisi dobbiamo riflettere e cercare energie per poter trovare nuove strade che ci facciano superare l’emergenza.

Che si possano trovare nuove vie per uscire dalla crisi che attanaglia Venezia e che ci siano più imprenditori locali pronti a investire in città, con attività in sintonia con la sua peculiarità, è anche l’augurio della scrivente.

Fiorella Pagotto

www.Veniceartguide.it